La prima mostra monografica dedicata a Giovanni dal Ponte è nata dall’esigenza di promuovere un riposizionamento critico dell’artista nell’ambito dell’Umanesimo tardogotico fiorentino, in cui egli svolse certamente un ruolo ben più importante rispetto a quello riconosciutogli finora.
Nella prima sala sono esposte le opere dei più importanti artisti attivi a Firenze nei primi decenni del Quattrocento. Particolarmente importanti per la sua formazione, oltre a Lorenzo Monaco e al Ghiberti, furono Gherardo Starnina e Masaccio.
La seconda sala racchiude tre opere della giovinezza di Giovanni, eseguite a partire dal 1405. Le due Madonne col Bambino, probabilmente le sue prime opere giunte fino a noi, mostrano nella solidità delle figure ancora reminiscenze della primissima formazione.
Nella terza sala sono esposte alcune quadri antichi eseguiti per la devozione privata da Giovanni, tavole raffiguranti la Madonna col Bambino tra angeli e santi, insieme alle quali sono esposte scomparti di trittici smembrati, eseguiti dal pittore negli anni ’20 del XV secolo. In queste opere Giovanni iniziò il suo progressivo avvicinamento all’arte di Masaccio, che sotto certi aspetti culmina con il Polittico di san Pietro, opera cardine del pittore esposta nella quarta e ultima sala. Nei suoi ultimi anni di vita continuerà su questa linea, dipingendo con un energico vigore plastico figure nelle quali sempre più riemerge un contrastante ricordo delle eleganze gotiche. A giudicare dall’importanza delle commissioni ricevute, le opere degli anni ’30 di Giovanni dovettero incontrare il consenso della committenza fiorentina. Il recupero tardogotico in opere come le pale di Poppiena e soprattutto quella di Rosano (datata 1434), riflettono l’ultimo tentativo di un pittore ormai non più giovane che preferì dirigersi verso un’arte più piacevole e meno rigorosa.
La mostra documenta il percorso artistico di Giovanni dal Ponte in ogni sua fase non soltanto grazie ai prestiti ottenuti dall’Italia, ma in maniera particolare grazie alle numerose opere d’arte giunte dall’estero. In effetti sono davvero in numero ragguardevole le prestigiose istituzioni museali di varie parti del mondo che hanno voluto assicurare la loro partecipazione all’iniziativa della Galleria dell’Accademia di Firenze, superando
la comprensibile e ben nota difficoltà a concedere i preziosi e assai fragili oli su tela di quest’epoca.
La mostra ha anche offerto l’opportunità di acquisire un dipinto di dal Ponte proveniente dalla Certosa del Galluzzo ed entrato a tutti gli effetti nelle collezioni della Galleria dell’Accademia di Firenze, grazie all’interessamento e alla generosità di Stefano Casciu, direttore del Polo Museale Regionale della Toscana.