La mostra Amedeo Bocchi. La luce della bellezza e della “vita vera”, recentemente dedicata al pittore parmigiano, ha aperto la porta a nuove interpretazioni critiche e ha offerto la possibilità di vedere anche opere d’arte altrimenti difficili da ammirare, permettendo di approfondire la conoscenza dell’artista. Con la chiusura della mostra molte opere sono tornate al loro consueto luogo di conservazione, mentre altre hanno cambiato destinazione. Due opere che erano esposte in mostra sono divenute parte della collezione del Museo e troveranno presto collocazione all’interno del percorso espositivo: Due vecchi e Studio per viaggio di un’anima. I due dipinti su tela sono temporaneamente esposti nella Sala Polifunzionale del Museo Amedeo Bocchi (Via Cairoli – Palazzo Sanvitale – Parma) insieme ad altre opere che il Museo ha di recente acquisito e che non sono ancora state tutte esposte per realizzare una nuova Mostra intitolata proprio “Nuove Acquisizioni”. La mostra apre i battenti il prossimo sabato 21 luglio 2007 e resterà aperta al pubblico fino alla fine di settembre (orari: dal martedì alla domenica ore 10.30-13). Tra queste spicca il bozzetto di Esodo, importante per comprenderne la genesi creativa del dipinto di proprietà del Comune, così come il bozzetto per il paesaggio Orti di guerra e quello per Viaggio di un’anima, parte della prima donazione, ma mai esposto. Sono inoltre esposti altri due paesaggi, un dipinto di tema religioso e Nudo sdraiato, bellissimo studio che, pur facendo parte della prima donazione, è pervenuto al Museo solo in occasione della mostra. Si coglie, inoltre, la possibilità di questo piccolo tributo all’artista, per aprire al pubblico una sala del Museo che era in origine destinata al percorso espositivo, ma che è ora stata trasformata in biblioteca. Essa contiene alcune memorie del pittore e parte dell’originaria raccolta di volumi artistici a lui appartenuti, donati dalla nipote Emilia Bocchi alla Fondazione, e sarà incrementata con volumi dedicati all’arte del ‘900. Con la riapertura della sala torna visibile il bellissimo affresco del XVI secolo, di scuola parmense, che ne adorna il soffitto.
Maria Chiara Cavazzoni