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Le chiavi antiche presentano un’incredibile varietà di forme, di materie, di funzioni. Nonostante certe somiglianze formali ogni singola chiave è di per sé unica e irripetibile. Ogni chiave antica è un pezzo unico, realizzato a mano da abili artigiani e questo è già sufficiente per renderla a suo modo preziosa. La bellezza delle chiavi in fondo è proprio il loro mistero; non sapremo mai chi le abbia utilizzate e nemmeno che segreti custodissero.
Non a caso sempre più appassionati di collezionismo si dedicano a questo oggetto dal profondo simbolismo e dall’inestimabile valore storico.
Materiali
I materiali più utilizzati per la realizzazione di chiavi nell’antichità sono stati il bronzo e successivamente il ferro. Furono però usati, anche se raramente, il rame l’ottone e l’alluminio.
Epoche
Le tecniche di lavorazione e gli attrezzi utilizzati dai fabbri per la forgiatura sono stati sostanzialmente quelli tradizionali per molti secoli; per questa ragione, se una chiave non è caratterizzata da un particolare stile artistico o da incisioni, è molto difficile identificarne il secolo di realizzazione.
Le parti da osservare quando si analizza una chiave antica sono sempre il pettine e la relativa mappa, spesso indice di grande abilità ed ingegno dell’artigiano, oppure la testa che in determinate epoche ha avuto un grande risalto ed è stata traforata, decorata o incisa.
Tuttavia è opportuno affidarsi ad esperti nel settore che possano stabilirne, dopo un’attenta analisi, una datazione precisa.
Chiavi Romane
Le chiavi romane sono tra le più belle e preziose e nei musei del mondo ne esistono esemplari di grande pregio. Realizzarono sia chiavi forgiate in ferro sia fuse in bronzo.
Le chiavi romane in ferro forgiate era molto in uso in quell’epoca. Erano chiavi molto semplici dalla lunghezza che variava tra i 5 ed i 6 centimetri.
Al contrario, le chiavi romane fuse in bronzo sono generalmente di una bellezza straordinaria. Le impugnature, monumentali, sono di forma geometrica, zoomorfa o a volute. Le basi sono molto marcate e hanno la forma di capitelli o basamenti. L’asta, di sezione rettangolare se maschia, tonda se femmina, è di lunghezza ben proporzionata. I pettini sono composti da molti denti con l’aggiunta in alcuni casi di una o due complicazioni laterali.
Una chiave romana molto particolare è il sigillo. Questa chiave ha la forma di un vero e proprio anello con una guarnizione sopra che serviva , oltre che da decorazione, come pettine per aprire e chiudere serrature e, in alcune chiavi, anche come timbro da imprimere sulla cera applicata ai documenti. Da questo il nome sigillo. Per i romani inoltre l’inusuale anello ebbe anche una funzione simbolica. Avevano infatti l’abitudine di regalarlo alla propria moglie il giorno delle nozze a delega della gestione finanziaria e familiare.
Tanto piccolo era il sigillo, tanto grandi erano le chiavi delle imponenti porte dei templi e dei palazzi pubblici tanto che normalmente si usava portarle appese alla cintura della tunica.
La lunghezza delle chiavi romane andavano, dunque, da quelle di pochi centimetri a quelle di quasi mezzo metro dei portoni dei templi.
Chiavi Merovinge
Gli stili e le manifestazioni artistiche dei popoli barbari si sovrapposero a quelli della precedente civiltà romana, così che non vi fu un unico stile riconoscibile, ma la convivenza di entrambi.
Furono costruite sia chiavi in ferro che in bronzo.
Le chiavi forgiate in ferro sono di forma semplice. Le impugnature sono tonde, le basi sono solitamente assenti, le aste fanno corpo unico con le impugnature e con i pettini. I pettini sono ricavati dal proseguimento della parte terminale dei fusti piegati a 90° e sono formati da più denti verticali con l’aggiunta, in rari casi, di complicazioni laterali.
Le chiavi fuse in bronzo sono molto più belle di quelle in ferro. Le impugnature sono quasi sempre tonde (ad anello), sormontate in alcuni casi da un piccolo sperone e in altri portano incisioni geometriche fatte a bullino; le basi sono presenti, ma non in maniera molto marcata; le aste sono di sezione rettangolare se maschie e tonda se femmine e sono corte. Il pettine è piuttosto grande rispetto al resto della composizione, ma con mappe relativamente semplici.
Le chiavi merovinge non hanno grandi dimensioni, le piccole sono circa 5-7 centimetri, le grandi circa 10-15 centimetri.
Chiavi Carolinge
I maestri artigiani fabbrili carolingi si preoccupavano di abbellire ogni componente della chiave dandole, oltre che praticità, eleganza e raffinatezza.
Queste chiavi dalla composizione molto caratteristica, furono realizzate quasi esclusivamente in bronzo e raramente in ferro forgiato.
Le chiavi forgiate in ferro hanno le impugnature molto larghe, piatte e di grandi dimensioni; la base non esiste o è appena accennata; l’asta, di sezione rettangolare o tonda, è sempre piena; i pettini molto semplici.
Le chiavi carolinge fuse in bronzo hanno le impugnature molto grandi a forma di grate, vegetali o riproducono disegni geometrici asimmetrici,e sono dotate quasi sempre di un anellino nella parte superiore. Le basi non esistono o sono appena accennate. Le aste sono di sezione circolare, quasi sempre cave e molto corte, facendo risaltare ancora di più le impugnature. I pettini hanno mappe alterne, alcune molto semplici altre più complicate con intagli a croce. L’intera composizione veniva spesso decorata a bulino con disegni geometrici.
Le chiavi carolinge non superano i 15 centimetri di lunghezza.
Chiavi Gotiche
Le chiavi del primo periodo gotico sono relativamente semplici: hanno le impugnature di forma poligonale con le punte degli angoli appiattiti e allargati, generalmente non hanno la base e presentano fusti lunghi e sottili; hanno i pettini piatti, rettangolari, a sezione trasversale rettangolare, con mappe a intagli verticali.
La realizzazione di chiavi nel tardo periodo gotico raggiunse un livello di perfezione tale da non subire praticamente nessun progresso fino alla fine del XVI secolo. Le impugnature sono lavorate con eleganti disegni a traforo o con sottili listelli di ferro e hanno le forme più svariate. Ricompaiono le basi; le aste sono lisce e ben proporzionate. I pettini, di sezione rettangolare piatta,hanno mappe con intagli verticali, orizzontali,lobati o gli uni e gli altri assieme.
La dimensione delle chiavi va dai 5 ai 25 centimetri e solo raramente raggiunge lunghezze superiori.
Chiavi Rinascimentali
Le chiavi rinascimentali, assieme a quelle gotiche, sono le opere artisticamente più rappresentative espresse dai maestri artigiani del ferro battuto.
Hanno l’impugnatura modellata con rosoni o con lobature a forma di trifoglio; le opere più importanti sono scolpite con raffigurazioni di ogni tipo: chimere, grifi, delfini contrapposti e personaggi leggendari o dell’iconografia religiosa. Le basi sono molto marcate e nelle chiavi più significative hanno la forma di capitelli di classica purezza. Le aste sono sia cave sia piene, in alcuni casi cesellate artisticamente, ed i pettini sono rettangolari a sezione trasversale triangolare con intagli di ogni tipo: a croce, verticali, orizzontali, lobati.
La loro lunghezza va dai 5 ai 7 centimetri per quelle di piccoli scrigni cofanetti portagioie, ai 20-25 centimetri per quelle delle porte e dei portoni.
Chiavi Barocche e Roccocò
In quest’epoca le chiavi modificarono notevolmente il disegno e la fattura dei propri componenti.
Le impugnature delle chiavi sono di incomparabile bellezza, possono avere le forme più strane oppure possono essere formate da volute e contro volute, o da creste in asimmetria.
Le basi sono sempre presenti e molto marcate, sono sviluppate con decori simili a quelli delle relative impugnature; le aste sono spesso lobate, polilobate e in alcuni casi filettate e scanalate.
I pettini hanno normalmente mappe complicate formate da lettere e cifre e talvolta persino da figure e nomi interi.
La loro lunghezza va dai 5 ai 10 centimetri per le chiavi più piccole, fino a venti centimetri per quelle più grandi.
Fare una distinzione tra le chiavi del periodo Barocco e Roccocò non è determinante giacché alla loro composizione non fu apportata alcuna modifica sostanziale.
Chiavi Neoclassiche
Nel periodo neoclassico, la chiave venne spesso costruita con materiali diversi: l’impugnatura e la base fuse in bronzo e l’asta e il pettine in ferro forgiato. A parte alcuni rari casi, sono piuttosto di piccole dimensioni (7-10 centimetri).
Chiavi Ottocentesche
L’ottocento fu un secolo di grandi trasformazioni. L’industrializzazione e la nuova tecnologia per la lavorazione del ferro causarono il declino dell’arte fabbrile, tanto fiorente nei secoli passati. Il nuovo orientamento preferì, alla costruzione artigianale di manufatti in ferro secondo progetti e forme inconsuete, la produzione in grande serie. Le chiavi venivano considerate esclusivamente sotto l’aspetto tecnico, tralasciando quello estetico.
L’arte fabbrile ottocentesca, dunque, non produsse una propria specifica tipologia di chiavi. Per la prima metà del secolo si continuarono a costruire chiavi di forma neoclassica, direttorio e impero; nella seconda metà, mancando chiare proposte d’arte, vennero riprese le forme di un po’ tutti gli stili del passato, a volte in maniera così perfetta da trarre oggi in inganno anche gli esperti più preparati.
In linea generale la chiave è sempre molto massiccia e robusta,; l’impugnatura è quasi sempre ovale, la base appena accennata, l’asta liscia e il pettine, la parte più curata, piuttosto elaborato.
Chiavi primi Novecento
Verso l’ultimo quarto dell’800 un nuovo e originale fermento innovativo, indicato comunemente da tutti con il termine di Liberty, fu motivo d’impulso a ogni comparto delle arti. I temi predominanti di questo originale stile, che portò nuovo e operoso fervore all’arte fabbrile, erano i motivi floreali stilizzati e i capricciosi svolazzi.
Il ferro battuto e le chiavi, in particolare, furono realizzate con effetti altamente decorativi. Purtroppo fu solo una fiammata a causa dell’avvento dell’industrializzazione che permise la fabbricazione di prodotti di buona qualità a prezzi molto contenuti.
Tuttavia le chiavi del periodo Liberty risultano essere molto interessanti, in particolare, per il materiale utilizzato (alluminio) e il sistema di costruzione (fusione). Furono forse questi gli ultimi tentativi per salvare l’uso di una tipologia di chiavi dalle forme e dimensioni di quelle antiche, ormai troppo pesanti e costose per quei tempi. Lunghezza 14, 10 e 8 centimetri.
La produzione industriale portò alla realizzazione di chiavi in grandi serie. L’unicità della chiave, come manufatto d’arte, è persa per sempre: inizia l’epoca dei collezionisti di chiavi.