Elmetto militare originale

Se desiderate collezionare elmetti militari, continuate nella lettura. Scoprirete molte utili informazioni sugli elmetti, sul loro stato di conservazione e su dove acquistarli. Parleremo anche del portale di aste online dedicato proprio ai collezionisti Catawiki.

Gli elmetti italiani

All’inizio della Prima Guerra Mondiale l’Esercito Italiano non aveva l’elmetto nel suo equipaggiamento standard, se non per la Cavalleria di Linea e i Dragoni, i cui elmetti a dire la verità avevano più uno scopo decorativo che protettivo. Bastò poco perché ci si rendesse conto che l’elmetto doveva necessariamente essere messo in dotazione ai militari. Non c’era molto tempo a disposizione e così i militari italiani dovettero accontentarsi di elmetti di produzione estera. Ai militari italiani venne offerto l’elmetto francese Modello 15, composto da una calotta e da due visiere, una anteriore e una posteriore. Era in possesso anche di un cimierino come sfiatatoio. Tutti questi elementi erano incastrati oppure fermati insieme attraverso l’utilizzo di chiodi. Dal punto di vista estetico, l’elmetto francese era piuttosto interessante, ma si rivelò troppo fragile, incapace di proteggere davvero i militari in trincea. Nel 1916 i militari italiani indossarono il Modello 16, più robusto rispetto al modello precedente.

È necessario aspettare però gli anni ‘30 affinché i militari italiani potessero indossare un elmetto protettivo degno di questo nome. Il Modello 1931, di un colore a metà strada tra il grigio e il verde chiaro, era molto confortevole. Sulla parte superiore della calotta, dove era presente lo sfiatatoio, era posizionato un crestino di protezione. L’elmetto era poi in possesso di una cuffia realizzata in pelle con tre cuscinetti, posizionati alla nuca e sulla zona delle tempie. Era poi presente un soggolo realizzato anche in questo caso in pelle e in possesso di fibbia e passante.

Questo elmetto venne utilizzato per pochissimo tempo, soppiantato poi dal Modello 1933. A prima vista potrebbe sembrare che questi due modelli fossero identici. Erano molto simili effettivamente, su questo non ci sono dubbi, ma differivano per alcuni importanti seppur piccoli particolari. Non era più presente il crestino. La cuffia in pelle era in questo nuovo modello fissata direttamente al casco utilizzano tre ribattini. Questi ribattini avevano la funzione anche di sfiatatoio. Inizialmente il colore era simile a quello del modello 1931, ma in seguito venne realizzato in una colorazione più scura. Le unità stanziate in Africa erano solite modificare il colore dell’elmetto, in un giallo ocra. Anche in questo caso era ovviamente presente il soggolo con fibbia.

Questo modello di elmetto ha avuto una vita davvero molto lunga, anche se sono state apportate alcune modifiche nel corso del tempo. Nel 1942 ad esempio, l’elmetto è stato dato di un telino mimetico. Qualche anno più tardi si assistette alla comparsa di una cuffia in tela cerata e il soggolo invece venne realizzato in canapa. È doveroso ricordare che gli elmetti dati in dotazione ai bersaglieri, agli alpini e agli altri reparti di montagna, erano in possesso anche di un apposito portapiumetto mobile, che poteva essere realizzato in metallo oppure in pelle. Alcuni modelli possono anche essere in possesso di un portapenna a clip.

Esistono anche delle versioni speciali del Modello 33, il Modello Greco e il Modello 42, migliorati dal punto di vista estetico e del comfort rispetto ai modelli precedenti, inoltre più resistenti. Durante gli anni ‘80 inoltre i militari italiani vengono equipaggiati con un nuovo tipo di elemento, realizzato in fibre sintetiche e caratterizzato da un’eccellente robustezza e da un elevato comfort. Dal punto di vista estetico, assomigliava molto all’elmetto Modello 35 tedesco. Questo nuovo elmetto venne sottoposto a test direttamente sul campo, in Somalia. A seguito di questo periodo di test e delle revisioni successive, si realizzarono il modello Set 1 e il modello Set 2. La cuffia venne migliorata dal punto di vista estetico e realizzata in nastro sintetico e pelle, di colore verde. Il sistema di chiusura prevedeva l’utilizzo di un nastro più spesso rispetto al precedente. La mentoniera inoltre dispone di una guarnizione realizzata in pelle e in modalità mobile. Il guscio era di colore verde oliva opaco e antiriflesso. Lungo il bordo dell’elmetto era poi presente anche una guarnizione in gomma, senza dimenticare il cuscinetto nucale che venne realizzato sulla versione da lancio così da garantire al militare che l’elmetto restasse sempre in posizione.

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Elmetto tedesco

Elmetto tedesco II Guerra Mondiale

Neanche le truppe tedesche erano in possesso di un elmetto protettivo all’inizio della Prima Guerra Mondiale. Durante la guerra di trincea furono innumerevoli le perdite tra le fila tedesche causate proprio dalle ferite alla testa. Proprio per questo motivo si comprese quanto gli elmetti fossero di fondamentazione importanza. Era il 1916 quando i tedeschi introdussero tra gli equipaggiamenti l’elmetto in acciaio Stahlhelm, progettato da Friedrich Shwerd. Nel corso degli anni l’elmetto tedesco è stato realizzato in versioni sempre nuove, migliorate dal punto di vista estetico, del comfort e della robustezza.

Tra le versioni che i collezionisti devono senza alcun dubbio prendere in considerazione, il Modello 1945. Era molto simile al precedente Modello 1942, ma non era in possesso dei fori di ventilazione. Si tratta di un pezzo da collezione da prendere in considerazione in quanto piuttosto raro, e proprio per questo motivo di elevato valore. Secondo alcuni storici inoltre non si tratterebbe solamente di un nuovo modello, bensì di un Modello 1942 che è stato prodotto senza fori a causa di un malfunzionamento degli impianti.

Elmetto americano

Elmetto americano seconda guerra mondiale

Tra i più interessanti elmetti militari americani, dobbiamo ricordare il modello M1 della Seconda Guerra Mondiale, la cui produzione iniziò nel 1941. Questo elmetto era in possesso di un guscio esterno realizzato in acciaio e di un guscio interno per il fissaggio delle cinghie. Grazie alla presenza di questo guscio interno, si offriva ai militari americani la possibilità di far sì che l’elmetto poggiasse alla perfezione su ogni zona della testa e garantisse quindi la migliore protezione possibile. Si tratta della caratteristica più importante di questi elmetti, che li contraddistingue infatti dagli elmetti degli altri eserciti dello stesso periodo.

Da ricordare che gli eletti militari M1 vennero realizzati esclusivamente da due ditte appaltatrici, la Schlueter e la McCord Radiator and Mfg. Co. È doveroso ricordare che a seconda della ditta produttrice, gli elmetti potevano differire tra loro per alcuni piccoli dettagli. Considerando che entrambe le ditte hanno prodotto più o meno la stessa quantità di elmetti, sarebbe bene avere nella propria collezione di elmetti americani entrambi questi prodotti, se si desidera che sia quanto più completa possibile.

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Lo stato di conservazione

Al momento di acquistare un elmetto da inserire nella vostra collezione, prestate attenzione al suo stato di conservazione. Un elmetto in perfetto stato di conservazione è un pezzo da collezione di alto livello, che merita di essere acquistato, un pezzo da collezione che ovviamente avrà un valore elevato. Riuscire a trovare elmetti in perfetto stato di conservazione è una vera e propria fortuna. Dato che si tratta di oggetti che arrivano a noi dal passato, è più che normale infatti che alcuni esemplari siano stati danneggiati dall’utilizzo nonché dal naturale scorrere del tempo.

Se vi trovate davanti ad elmetti di questo genere, dovete valutate con estrema attenzione i danni. Si tratta di danni davvero molto gravi e irreparabili? Allora quell’elmetto non merita di essere acquistato, se non ad un prezzo irrisorio. Si tratta di piccoli danni su cui è possibile intervenire? Quello allora è un elmetto che vale la pena prendere in considerazione per la propria collezione, cercando però di non spendere in modo eccessivo per il suo acquisto.

Se avete deciso di acquistare un elemento militare che ha bisogno di qualche azione di restauro, potete decidere di portarlo da uno specialista oppure provare con il fai da te. Se optate per il fai da te, potete scegliere di utilizzare l’acido ossalico per eliminare la ruggine dal vostro elmetto e le pagliette saponate, quelle che di solito si usano in cucina per le pentole, prestando però attenzione a non fare mai una pressione eccessiva pena il rischio di graffiare l’elmetto. È possibile anche optare per l’elettrolisi, ma si tratta di un processo complesso che può comportare qualche rischio.

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