Cosa non esiste nel mondo del collezionismo? Il collezionismo può prendere svariate forme e collezionare poster vintage è una passione che accomuna molti.
Oggi mettere su una collezione di poster vintage è divenuto più accessibile grazie alle aste online, il luogo virtuale nel quale un pubblico internazionale ed appassionato del genere partecipa ad aste organizzate ogni settimana con lotti interessanti e altamente contesi soprattutto se rari.
Chi colleziona stampe vintage, di solito è appassionato di locandine vintage di film, volantini, manifesti pubblicitari vintage.
Poster vintage, manifesti pubblicitari e locandine
Il termine “poster vintage” viene spesso associato ad opere grafiche e illustrazioni del 1900 ma principalmente si riferisce agli anni Trenta fino ad arrivare alla fine degli anni Settanta. I poster vintage possono avere diversi soggetti come ad esempio soggetti floreali dello stile liberty, rappresentazioni bidimensionali della pop art, viaggi, auto, con marchi di auto famose come Alfa Romeo Giulia, Chevrolet Bel Air, Fiat 500 e Hudson Hornet, drink ed alimenti come la famosissima “Campbell’s Soup Cans” di Andy Warhol, i poster della Coca Cola, del Campari o i manifesti della pasta Barilla. La collezione di poster vintage prevede stampe pubblicitarie, film d’epoca, stampe astratte.
Nel 1890 Jules Chéret, definito il “padre del manifesto moderno”, introdusse la litografia a colori e nel 1912 a Londra nacque la prima agenzia pubblicitaria della storia.
Le pubblicità vintage con i vecchi manifesti pubblicitari nacquero in Francia a fine Ottocento per la promozione di spettacoli teatrali e successivamente utilizzati come supporto per pubblicità di marchi e prodotti.
Durante il momento d’oro della Belle Époque, la litografia grazie ai pittori dell’epoca culmina in una collezione di grande numero di manifesti e stampe in stile Art Nouveau, che in Italia venne chiamato stile “Liberty”, caratterizzato dalla preferenza per le linee curve, una equilibrata asimmetria e temi ispirati alla natura. Molte stampe Art Nouveau, come quelle di Alphonse Mucha hanno un soggetto femminile con linee sinuose.
Negli anni Venti e Trenta del 900 le città si riempirono di manifesti.
Nel corso del tempo vennero creati i primi baluardi della pubblicità aziendale come i manifesti del Campari, i manifesti della Fiat 500, macchina simbolo degli anni ’50, manifesti della pasta Barilla degli anni 80. Anche la Pirelli col manifesto dell’elefante di Armando Testa, un pneumatico usato all’interno di un elefante a mo’ di proboscide.
I formati pubblicitari originali del cinema possono prevedere 2 fogli di 100×140 cm con uno spazio oltre che per l’illustrazione anche per le informazioni del film come titolo, attori, regia.
Tra questi ci sono dei poster disegnati che sono dei veri e propri quadri, ad esempio quelli realizzati mano di Simeoni o Papuzza. Tra gli anni 60, 70 e 80 furono realizzati dei veri e propri capolavori come ad esempio il manifesto di 100×140 cm de La Gatta sul Tetto che Scotta.
Il manifesto a 1 foglio, definito “soggettone“ ha un formato di 70×100 cm, anche piuttosto raro, parte del set di fotobuste, ed ha una carta più spessa rispetto alla locandina.
Le locandine sono più piccole rispetto ai poster con una misura di 33×70 cm, inoltre possiamo menzionare le foto buste verticali, di 70×50 cm, spesso dedicate agli attori principali.
Le locandine di Touluse-Lautrec per gli spettacoli al Moulin Rouge sono vere e proprie opere d’arte, Touluse-Lautrec può considerarsi un antesignano della grafica pubblicitaria.
Manifesti e locandine vedono il loro periodo d’oro col cinema. Immagini culto dei classici del cinema internazionale come Via col vento,Casablanca, Vacanze Romane. Famosissime anche le locandine degli horror e thirller degli anni 60,70,80 e 90, come gli artigli di Nightmare, o i denti affilati de Lo squalo di Stephen Spilberg, la locandina con l’urlo disperato di Janet Leigh in Psycho di Alfred Hitchcock, o la scritta rossa IT su sfondo bianco del terribile pagliaccio incubo di moltissimi bambini dell’epoca e non solo! Tantissimi i poster vintage italiani!
Locandine poster più costose
Ecco la classifica di poster, locandine e manifesti vintage più costosi
- Metropolis, 1927 versione internazionale. Venduto ad un collezionista 1 milione di euro insieme a una collezione di nove poster di film vintage rari, tra cui “King Kong”, de “L’uomo invisibile” e il dipinto originale di Elvis Presley per il poster di “Jailhouse Rock”.
- La mummia, 1932. La locandina è stata venduta a 370.000 € nel 1997, grazie anche all’opera d’arte e alla colorazione curata da Karoly Grosz.
- Metropolis, 1927. Seppur non rappresenti la versione più costosa di questo poster per il famoso film di fantascienza muto, è stato venduto a 307.000 euro nel 2000.
- Il gatto nero, 1934 e La moglie di Frankenstein, 1935. Nel 2007 un poster cinematografico de “La moglie di Frankenstein” stile D del 1935 è stato venduto a 287.605 €, come per il manifesto di stile B de “Il gatto nero” (1934) venduto nel 2009.